Caro amico,
spero che dopo aver letto l’appello lanciatoti dal Sig. Elio Tomaselli, attraverso le pagine di Pugliapress, tu possa dedicare qualche minuto del tuo tempo alla lettura di questa mia missiva.
Innanzitutto occorre chiarire un aspetto fondamentale della questione sollevata dal Sig. Tomaselli, ossia la condanna di tutto ciò che ha a che fare con i partiti e con la politica.
Concordiamo sul fatto che la politica ed i partiti - di tutti gli schieramenti - stanno attraversando un momento di profonda crisi; prova ne è l’elevato numero di cittadini che - delusi, scoraggiati e disaffezionati - continuano a disertare le urne, diventando di fatto la maggiore forza politica del paese. E’ cambiata la concezione stesso del partito, in quanto sono cambiate le condizioni storiche che ne determinarono l’ascesa ed il radicamento nel territorio. Non dimentichiamo che per oltre un ventennio l’Italia fascista aveva negato ogni tipo di libertà, aveva messo al bando i partiti politici, i sindacati, la stampa libera; ogni forma di dissenso era punita con il confino o con la soppressione fisica dell’avversario; vi era un unico capo, un unico pensiero in cui si riconosceva un intero popolo che aveva, di fatto, dato una delega piena al suo duce. Questa concezione plebiscitaria del potere, fondata sul culto della personalità, dell’uomo-forte capace di farsi carico dei problemi dell’intero paese e di operare in maniera autoritaria, dispotica senza l’assillo di dover dare conto ad un Parlamento ormai svuotato di ogni potere di rappresentanza politica, è stata la più grande tragedia della storia dell’Italia unita. E l’Italia ha pagato col sangue i danni che il fascismo ha provocato fino alla sua caduta ed oltre, comprendendo anche i due anni di guerra civile che vanno dal 25 luglio 1943 al 25 aprile 1945.
Nel dopoguerra l’Italia era un paese lacerato, allo stremo delle forze, con immani rovine, lutti e distruzioni, con un popolo ridotto alla fame; eppure fra tutte quante queste emergenze i nostri Padri costituenti (uomini di altissimo spessore politico e morale) ebbero l’intelligenza (a proposito di uomini intelligenti) e la lungimiranza di privilegiare l’azione fondativa del nuovo Stato democratico nato dalle ceneri della dittatura fascista. Essi decisero, infatti, di ridare alla POLITICA il ruolo e l’importanza negatele dal regime fascista; decisero infatti di dare priorità assoluta alla realizzazione dei pilastri della nascente democrazia; elaborarono una Carta Costituzionale che conserva tuttora la sua grande attualità, a garanzia della più ampia libertà per tutti i cittadini.
Essi decisero di riappropriarsi della POLITICA, tanto denigrata e bistrattata dal fascismo, e del ruolo dei PARTITI, anch’essi passati sotto la “mannaia fascista”.
E’ di quegli anni, infatti, la più feconda stagione politica del nostro paese, alla quale concorsero forze politiche e partiti enormemente distanti gli uni dagli altri; eppure essi furono in grado di mettere a confronto culture diverse quali quella marxista, quella laico-liberale e quella cattolica, riuscendo, infine, a partorire quella Carta Costituzionale che rappresenta, a tutt’oggi, un valido “ombrello” contro ogni tentativo pseudo revisionista, mirante sostanzialmente a svuotarla del suo contenuto democratico.
E’ pur vero che sia nella 1^ che nella 2^ Repubblica, il ruolo originario dei partiti ha subìto dei contraccolpi dovuti al malaffare, alla collusione con poteri forti, deviati e legati alle mafie, che in alcuni casi ne hanno determinato lo scioglimento; è pur vero che negli ultimi venti anni – coincisi con la discesa in campo di Berlusconi - i partiti politici si sono trasformati in partito-azienda, in comitati d’affari (quasi sempre loschi) e quant’altro, perdendo di vista quell’importante ruolo che la Costituzione riconosce loro.
Ma non dobbiamo, tuttavia, correre il rischio di gettare l’acqua sporca con tutto il bambino. La storia deve insegnarci che quando deleghiamo tutto il potere ad altri, ci ritroviamo orfani di tutti quei diritti conquistati in anni di lotte.
Per questo ci siamo prefissati un obiettivo ambizioso che vede in primis una riscoperta della POLITICA nel senso nobile del termine. Una politica che non sia malaffare, compromesso, tornaconto personale, clientelismo ecc…; ma al contrario una politica che sia sostanzialmente servizio, condivisione di programmi per il bene comune, crescita culturale, rispetto della legalità, riconoscimento delle istanze della gente, ascolto delle problematiche dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli, rispetto dell’ambiente e del territorio.
Questa concezione della politica non è frutto della improvvisazione; non nasce dal pio desiderio del singolo “imprenditore” che si sente “unto” dal signore. Questa concezione “nobile” della politica è come il coraggio di Don Abbondio: “se uno non ce l’ha, non se lo può dare”.
Non bisogna correre il rischio di dare spazio e voce a chi, in qualche modo, concorre – anche inconsapevolmente – a screditare la politica ed anche i partiti, contribuendo in tal modo ad allontanare sempre più la gente dall’impegno politico, incassando una delega in bianco e facendosi paladino delle istanze popolari.
La differenza tra noi ed il Sig. Tomaselli sta proprio in questo: nella consapevolezza che questa concezione “nobile” della politica ha radici antiche e solide; è patrimonio comune di tutte quelle persone che si riconoscono nei princìpi della sinistra riformista che ha ispirato la nascita e l’azione del neonato Laboratorio politico-culturale “R-Esistere” di Fragagnano.
Ed in questo senso sono onorato di essere un “signore della sinistra intransigente”, nel senso letterale del termine, ossia “inflessibile, che non accetta compromessi”, specialmente quando questi ultimi non siano al servizio di un progetto politico concreto e lungimirante, bensì affidati all’improvvisazione, alla navigazione “a vista”, senza una rotta ben definita.
Per quanto concerne poi la divisione degli uomini non in base al colore politico, bensì in base al loro livello di intelligenza, operata dal Sig. Tomaselli, mi corre l’obbligo rammentare come questi convincimenti (che fanno parte della propria storia politica) abbiano generato, non più tardi di 70 anni fa, situazioni tragiche laddove uomini ritenuti in possesso di un basso quoziente intellettivo venivano normalmente trattati con il gas; ed il fatto, invece, che geni come, ad es. Einstein, abbiano potuto dare all’umanità un enorme contributo, senza essere necessariamente di destra o di sinistra, è stato possibile solo grazie alla tanto denigrata politica. Difatti, se Einstein non fosse scappato nella democratica America e fosse, invece, rimasto nella Germania nazista sarebbe stato sicuramente “gasato” al pari di tanti altri milioni di uomini colpevoli di non appartenere alla razza ariana o di avere un basso quoziente intellettivo; e guarda caso anche la Germania nazista, al pari dell’Italia fascista, aveva abolito tutte le libertà costituzionali, soppresso tutti i partiti ed i sindacati, eliminato fisicamente tutti i dissenzienti, affidato i destini del popolo ad un unico Fuhrer.
Come si può facilmente intuire, la posizione del Sig. Tomaselli nei confronti della politica è simile a quella della “colomba kantiana” che mentre nel libero volo fende l'aria di cui sente la resistenza, immagina che le riuscirebbe assai meglio volare nello spazio vuoto di aria.
La conseguenza logica è che non si può prescindere dalla politica.
Concordo, invece, con il Sig. Tomaselli laddove condanna gli “altri uomini che tramano nell’ombra, che vanno in giro di notte a riempire le calze come la befana, durante la campagna elettorale; che vanno a caccia di consensi con sotterfugi, menzogne e regalie, muovendosi nei sotterranei della compravendita”. Anche noi diffidiamo di chi, disponendo di ingenti mezzi e risorse, pensa che la politica sia un mercato, che tutto abbia un prezzo e che si può tranquillamente prescindere da ogni confronto dialettico con chi non accetta passivamente il proprio diktat.
Pertanto, caro Andrea, l’invito che ti rivolgo è quello di ascoltare ciò che abbiamo da dire e da proporre alla gente; spiegare le ragioni della nostra presenza sul territorio. Non c’è tra di noi un “leader maximo” che si è autoproclamato re; da noi troverai persone giovani e meno giovani, fortemente motivate e decise a dare un segnale forte al paese, che non sia solo ed esclusivamente attinente la discarica Vergine (che pure rimane una grande emergenza insieme ad altre grandi emergenze). Il nostro obiettivo ambizioso è quello di sensibilizzare soprattutto i giovani alla “buona politica”; creare le basi per consentire ai giovani di prendere il testimone della politica, facendo in modo che una intera generazione cresciuta all’insegna del “berlusconismo” scopra gli ideali che reggono la nostra Costituzione e consideri la politica come qualcosa di profondamente nobile ed altruistico e non, invece, come un mezzo per il raggiungimento di fini personali.
Mossi da dette motivazioni abbiamo dato massima importanza al confronto dialettico tra noi (che non siamo un partito, bensì un laboratorio politico-culturale aperto a tutti coloro che si riconoscono nei princìpi e negli ideali sopra richiamati) e tutte quelle altre forme di associazionismo presenti sul territorio. Da questo confronto aperto e democratico si è addivenuti alla individuazione di un candidato sindaco, che ingloba quelle caratteristiche da tutti condivise, ossia giovane, donna, libero professionista, fortemente motivato. Noi riteniamo di aver fatto la scelta giusta e gradiremmo che anche tu, caro Andrea, condividessi il nostro percorso.
Un caro saluto
Antonio Camassa
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