L’apertura
dell’amministrazione nei confronti di gruppi, delle associazioni,
dei partiti politici e di tutta la cittadinanza rispetto al futuro di
questo paese era sembrata cosa assai insolita ma da tutti ben
gradita.
L’apertura
(prima di tutto comunicativa) appariva (ma soprattutto declamata più
volte da chi la stava attuando) come la chiusura di un ciclo, il
tramontare di un modo vecchio di intendere la politica.
Sono
passati quasi trenta mesi da questo bel “buongiorno”.
Alcuni
hanno pensato che qualcosa poteva mutare nelle rigidi posizioni
assunte di solito dalle amministrazioni, discostandosi così
dall’interpretazione più gretta e ortodossa delle regole fissate
in fanta-trattati ufficiosi, concepite in epoche arcaiche.
E,
in effetti, un mutamento c’è stato ma non si è andati oltre a
spostamenti millimetrici affidati per lo più ad aggiustamenti
verbali nelle dichiarazioni.
Vocalizzi
senza seguito di azione politica davvero concreta e innovativa.
Dopo
2 anni e più quello che ci offrono è uno spettacolo desolante di
mediocrità.
Pare
che invece di esercitare un ruolo di guida dell’opinione pubblica e
di indirizzo verso obiettivi generali di bene comune si agisca invece
seguendo gli umori di pancia.
Il
penoso ritardo nei tempi degli interventi da fare è stato la
costante di questo gruppo guida (forse indeciso in tutto).
Agire,
che rende sempre più costosa e pesante la terapia necessaria.
Siamo
stati commissariati per la gestione dei rifiuti, ignorati per il
dimensionamento scolastico, non abbiamo più un’isola ecologica…
(&).
Oltre
tutto non sanno dare risposte pronte, efficaci, lungimiranti alle
richieste dei cittadini.
Anzi
a volte le risposte non arrivano nemmeno.
Su
tutto prevale la spinta a gestire in qualche modo il presente senza
guardare al futuro.
A
questo punto il confronto, nato sotto i migliori auspici, ha assunto
oggi i toni astratti di chi è capace di fare soltanto parole,
parole, parole…R-esistere n.13
Nessun commento:
Posta un commento